Le schede elettroniche, contenute negli elettrodomestici di nuova generazione, nei dispositivi IoT, nei pc e negli smartphone, possono diventare una vera risorsa. Rappresentano una fonte di materie prime preziose, come terre rare e metalli strategici. Si stima che dal trattamento di una tonnellata di schede elettroniche, ricavate dagli apparecchi elettronici giunti alla fine della loro vita utile, si possano ottenere: 129 kg di rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 0,35 kg di argento e 0,24 kg di oro.
Il recupero dei materiali dalle schede elettroniche rappresenta una grande opportunità per l’ambiente che è però ancora poco sfruttata. Secondo i dati ufficiali i rifiuti derivati dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) nel 2019 sono stati 53,6 milioni di tonnellate. Si prevede che entro il 2030 diventeranno 74 milioni di tonnellate. Solo una parte di questi però viene riutilizzata per realizzare nuovi prodotti. L’obiettivo dell’Unione Europea è di arrivare al riciclo del 65% dei rifiuti elettronici. Ma il traguardo da raggiungere è ancora lontano.
In particolare, le schede elettroniche contengono metalli preziosi, come oro, palladio, platino, ma anche di terre rare, minerali fondamentali per l’industria hi-tech, difficili e costosi da estrarre in natura. Se si manterranno costanti gli attuali tassi di crescita, alcuni materiali essenziali per la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche come il gallio, l’indio o il germanio presto non saranno più disponibili e il riciclaggio delle schede elettroniche diventerà l’unica strada per recuperare e reimmettere nel circuito produttivo queste materie prime. Oltre a garantire un uso delle risorse più efficiente, il loro riutilizzo eviterebbe di disperdere sostanze tossiche e inquinanti nell’ambiente.
Il recupero delle schede elettroniche è un processo minuzioso che prevede lo smontaggio dei dispositivi in disuso, la bonifica e il recupero dei materiali, separando i metalli dalle componenti plastiche mediante processi di pirolisi o trattamenti di idrometallurgia. La Direttiva Europea, recepita in Italia dal decreto RAEE, è molto seria in materia di raccolta e smaltimento delle schede elettroniche. Prescrive, infatti, che i rifiuti elettronici siano raccolti da aziende accreditate. Attraverso la corretta gestione dei RAEE possono nascere filiere virtuose per la gestione dei rifiuti, che soltanto in Europa potrebbero creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, proteggendo l’ambiente e creando valore.
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