Durante Imec Future Summit, lo scorso maggio, è stata lanciato il progetto del semiverso: un metaverso dei semiconduttori. Questa piattaforma potrebbe rappresentare un concreto spiraglio su cui investire oggi per non essere costretti domani ad una nuova violenta frenata. Il livello dell’innovazione nel settore continua a crescere vertiginosamente e potremmo presto arrivare ad una situazione in cui l’attuale sistema non sarà più in grado di reggere. Il metaverso dei semiconduttori diventa quindi una soluzione per rispondere al grande bisogno di ottimizzare tempo, materie prime e costi e di aumentare il ritmo della produzione e della trasformazione tecnologica.
Gli attuali semiconduttori hanno una composizione molto complessa. Per realizzarli sono necessari innumerevoli componenti tra loro diversi. La produzione è estremamente articolata. È necessario sviluppare strumenti per la crescita dei wafer, per la creazione dei singoli transistor, per il taglio dei chip, per il confezionamento e l’assemblaggio. In questo sistema sono coinvolti molteplici fornitori. Ognuno è chiamato a innovare e migliorare la propria produzione. Manca però un coordinamento che controlli che i singoli passaggi evolutivi siano messi in relazione con quelli compiuti nel resto della filiera.
Il semiverso dovrebbe servire proprio a questo: a coordinare gli sforzi e le innovazioni. Viene descritto come “un ambiente ibrido, fisico e virtuale, in cui lo sviluppo e i test vengono effettuati come un’impresa congiunta uomo-macchina, in cui ciascuno fa effettivamente ciò che sa fare meglio”. Permetterà di velocizzare e valorizzare le tante collaborazioni di filiera, innescando quell’accelerazione necessaria ma che al momento è così difficilmente realizzabile. Il metaverso dei semiconduttori consentirebbe di disegnare e sviluppare nuove soluzioni più agilmente, favorendo il brain storming e rendendo più rapidi i passaggi e le approvazioni.
Il metaverso dei semiconduttori diventerebbe il più grande laboratorio sui semiconduttori. Chiunque potrebbe accedervi e utilizzarlo da ogni punto della Terra senza spostamenti né costi hardware. Darebbe la possibilità di testare le nuove idee a costi contenuti e di sperimentare virtualmente nuovi processi, prima di metterli in produzione. Inoltre porterebbe ad una significativa riduzione del tempo tra la progettazione e la commercializzazione di nuove soluzioni.
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