Per soddisfare la domanda europea di semiconduttori e far fronte alla scarsità dei componenti tecnologici Intel ha avviato un programma per realizzare una serie di stabilimenti produttivi nel nostro continente. Uno di questi sorgerà in provincia di Verona. Allo stesso tempo anche STMicroelectronics progetta di potenziare il sito di Catania con un nuovo impianto. Il mercato mondiale dei semiconduttori attualmente vale oltre 500 miliardi di euro e si prevede che raddoppierà entro il 2030. L’Europa detiene appena il 10% della capacità produttiva globale, in forte calo rispetto ai decenni precedenti. Operazioni come quelle intraprese da Intel e STMicroelectronics intendono invertire la tendenza, accorciando la supply-chain, ponendo così rimedio alla crisi degli approvvigionamenti che dipendono eccessivamente dalle forniture asiatiche.
Lo stabilimento italiano di Intel sarà un avanzato impianto di confezionamento e assemblaggio di semiconduttori e utilizzerà tecnologie all’avanguardia per ottenere chip completi. Dovrebbe diventare operativa tra il 2025 e il 2027, creando 1.500 posti di lavoro diretti, più altri 3.500 tra fornitori e partner. Il contributo dello Stato italiano nel programma di investimento di Intel è un tema che verrà validato con il prossimo governo. Lo stabilimento sorgerà in provincia di Verona, a Vigasio, in una posizione strategica vicino alla ferrovia e all’autostrada del Brennero. La fabbrica avrà un buon collegamento con la Germania e in particolare con Magdeburgo, dove Intel realizzerà altri due stabilimenti.
L’investimento di Intel in Italia fa parte di un più ampio piano, il quale prevede di impiegare 80 miliardi di euro nel prossimo decennio per aumentare la capacità produttiva in Europa. L’azienda americana, che finora si è occupata della progettazione di semiconduttori, punta ad espandere il proprio core business, diventando anche produttore, entrando così nel segmento di mercato al momento dominato da Tsmc e Samsung.
Un altro impianto per la produzione di semiconduttori verrà realizzato in Sicilia a Catania, dove STMicroelectronics è già presente con una fabbrica. L’azienda italo-francese prevede un allargamento dello stabilimento con un nuovo impianto per la produzione di fette di carburo di silicio. Si tratta di un nuovo materiale che attualmente viene acquistato da fornitori giapponesi e americani. Servirà a sostenere la domanda delle grandi aziende impegnate nella transizione elettrica con applicazioni industriali e nel settore automotive. Grazie a questo composto, infatti, è possibile ridurre del 20% il consumo di energia da parte del chip quando viene impiegato, ad esempio, nell’installazione di batterie e di colonnine di ricarica per auto elettriche e di pannelli fotovoltaici. La produzione nel nuovo impianto di Catania inizierà l’anno prossimo e andrà a regime nel 2026.
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